Maicol
era uno studente che frequentava il terzo anno del liceo artistico di Milano,
passava la maggior parte del suo tempo ad ascoltare musica, a disegnare su carta e rivendeva, da ragazzo
furbo, i disegni a quelli che ne capivano meno.
Una notte, verso le 23:20 scrisse su facebook che si stava divertendo un mondo e chiese ai suoi amici di fargli compagnia, ma nessuno gli rispose. Un po’ di tempo dopo, mentre tornava a casa da solo, dopo una serata trascorsa fuori, sentì delle frasi subliminali che lo minacciavano ma non capiva da dove venissero. Iniziò a correre veloce, come un cervo che scappa dalle cartucce sparate da un fucile da caccia. Mentre correva, ebbe un’allucinazione e gli comparve una faccia demoniaca con alcune ferite, poche ma profonde. Spaventato cominciò a correre verso casa del suo migliore amico: Gianni. Scavalcò la siepe murata del villino, ma si rese conto che era troppo tardi… si arrese, sapeva che i film horror che vedeva erano semplici avvenimenti non reali. Tornò a casa e non rivolse parola a nessuno, salì su per le scale si mise il pigiama di Topolino e si addormentò avvolto tra i suoi pensieri.
Una notte, verso le 23:20 scrisse su facebook che si stava divertendo un mondo e chiese ai suoi amici di fargli compagnia, ma nessuno gli rispose. Un po’ di tempo dopo, mentre tornava a casa da solo, dopo una serata trascorsa fuori, sentì delle frasi subliminali che lo minacciavano ma non capiva da dove venissero. Iniziò a correre veloce, come un cervo che scappa dalle cartucce sparate da un fucile da caccia. Mentre correva, ebbe un’allucinazione e gli comparve una faccia demoniaca con alcune ferite, poche ma profonde. Spaventato cominciò a correre verso casa del suo migliore amico: Gianni. Scavalcò la siepe murata del villino, ma si rese conto che era troppo tardi… si arrese, sapeva che i film horror che vedeva erano semplici avvenimenti non reali. Tornò a casa e non rivolse parola a nessuno, salì su per le scale si mise il pigiama di Topolino e si addormentò avvolto tra i suoi pensieri.
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